Dal bosco al palco: timber and timbre in the context of crisis

Aaron S. Allen

In this article I advocate moving studies of music and sound from a primarily anthropocentric focus to one that is more ecocentric. To support this argument, I offer four brief case studies of sonic engagement and natural resources centring on Italy. The first considers “sounds of the forest” in a nineteenth-century Italian music periodical. The second considers a short promotional film from the Italian Alps that expresses the surprise and delight of urbanized Westerners at discovering “sounds in the forest”. The third considers the “sounds from the forest” that are produced by sustainable timber production in the Paneveggio Forest of the Val di Fiemme, known for its resonance wood used famously in violins. Finally, in considering the Brazilian wood used to make professional bows to play such high-end string instruments, in “silenced forests” I consider a less sustainable and more destructive history of timber used for timbre. Overall, I advocate a more explicit and axiomatic connection between music and nature, while both critiquing and supporting the current approach to discussing the role of nature in influencing music.

 

Il saggio propone di superare l’impostazione antropocentrica che ha fin qui orientato gli studi sulla musica e sul sound, in favore di una prospettiva più ecocentrica. A sostegno della sua tesi, l’autore presenta e discute quattro casi di studio legati al contesto italiano, concentrando l’attenzione sul rapporto tra suono e risorse naturali. Il primo caso riguarda i “suoni della foresta” descritti in un periodico di musica italiana dell’Ottocento, mentre il secondo si focalizza su un cortometraggio promozionale delle Alpi italiane che documenta la sorpresa e la gioia di persone radicate in una cultura occidentale e urbanizzata di fronte alla scoperta dei “suoni nella foresta”. Il terzo caso si concentra sui “suoni dalla foresta” prodotti attraverso un processo di lavorazione sostenibile nella foresta di Paneveggio della Val di Fiemme, nota per le qualità risonanti del legno utilizzato per la fabbricazione di pregiati violini. Il quarto esempio, “foreste silenziate”, prende spunto da un altro legno brasiliano usato per costruire archetti per strumenti professionali e di alta qualità; in questo caso, però, il processo di trasformazione del legno in oggetti sonori risulta di gran lunga meno sostenibile e più distruttivo. In definitiva, l’autore ribadisce la necessità di studiare le relazioni tra musica e natura in modo più sistematico ed incisivo; sottoponendo a esame critico, ma allo stesso tempo anche potenziando, gli attuali approcci allo studio dei condizionamenti che la natura esercita sulla musica.