Simone Caputo

La Messa di Requiem di Pizzetti, tra riforma ceciliana ed echi verdiani

La Messa di Requiem venne commissionata a Ildebrando Pizzetti dalla Reale Accademia Filarmonica Romana, per celebrare l’anniversario della nascita del re Umberto I; fu eseguita per la prima volta al Pantheon il 14 marzo 1923, in un’occasione privata e non liturgica, alla presenza di Vittorio Emanuele III. Attraverso la ricostruzione del contesto creativo dell’opera e l’analisi di alcuni passi della partitura, il saggio propone una lettura interpretativa del Requiem volta a mettere in luce i due principali poli d’attrazione intorno a cui gravita la poetica dell’autore. Il primo è il Motu proprio “Tra le sollecitudini”, un documento emanato nel 1903 da Pio X che segnò l’avvio di un nuovo corso nel canto liturgico e che era ben noto a Pizzetti, che ne aveva appreso i princìpi fondanti grazie agli insegnamenti del suo maestro Giovanni Tebaldini. Il secondo, più velato e leggibile in trasparenza soprattutto nelle pagine del Libera me, è la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. L’impatto del modello verdiano viene esaminato anche alla luce delle riflessioni di Pizzetti pubblicate nell’introduzione al facsimile della partitura di Verdi stampato da Ricordi nel 1941 (La religiosità di Verdi: introduzione alla Messa da Requiem).

The Reale Accademia Filarmonica Romana commissioned Ildebrando Pizzetti with the composition of the Messa di Requiem to celebrate the birth anniversary of King Umberto I. The Messa was first performed at the Pantheon (Rome) on March 14, 1923, during a private, non-liturgical ceremony, at the presence of King Vittorio Emanuele III. By retracing the creative context of the work and focusing on some passages of the score, the essay offers a reinterpretation of the Requiem aimed at highlighting two main points of reference of the composer’s poetics. The first is the Motu proprio “Tra le sollecitudini”, a document issued by Pope Pius X in 1903, which started a new course in liturgical music. Pizzetti was well aware of this document, having learned its founding principles from his teacher Giovanni Tebaldini. The second, which mainly surfaces in the Libera me section, is Giuseppe Verdi’s Messa da Requiem. The influence of this model is analysed taking into account Pizzetti’s comments in his introduction to the facsimile of Verdi’s score, published by Ricordi in 1941 (La religiosità di Verdi: introduzione alla Messa da Requiem).