Image of the Conductor: A Case Study of Simon Steen-Andersen’s AMID

Thomas R. Moore (University of Antwerp and Royal Conservatoire of Antwerp – ARIA)

Conductors are performers that utilize and are limited to movements on stage to facilitate the sounds that audiences perceive as music. Composers, artistic directors, and concert organizers today are growing more attentive to the conductor’s repertoire of ‘normal’ movement, its potential as artistic stimuli, and framing it to enhance the audience’s perception of a piece or program. In his compositions AMID (2004) and Black Box Music (2012), Simon Steen-Andersen deployed the «image of the conductor to play on the audience’s expectations». This case study of AMID attempts, by narrowing the scope to one piece, to define a conductor’s performance practice for such circumstances that can later be extrapolated to works of similar genre.

AMID is for seven musicians all employing strictly notated movements. Steen-Andersen created a scale from full sound potential (100%) to the musicians’ lowest sound potential (0%). The piece begins in unison and establishes a frame of reloading and releasing. As AMID progresses, a dance between polyphonic passages and freezes in motion appears. Steen-Andersen describes it as a movement piece in which he used gesture-based notation instead of the more common result-based notation. For the conductor this is especially relevant, as according to the composer, ‘If you have a movement piece, you may not realise it right away, but every movement becomes a part of the piece.’

This case study began with score analysis and an in-depth interview with the composer. A student-conductor, professional musician, and myself then prepared the piece as conductors and rehearsed advanced student-musicians of the Royal Conservatoire of Antwerp. I observed the two conductors and we assisted each other in developing a performance practice. I propose to present the final steps in the case study, which will include a comprehensive description of the process, an exhaustive analysis of the new performance practice, artistic and socio-economic motivations for instrumentalizing the conductor, and methods for applying the motivations and performance practice towards new and existing works within a similar genre.

I direttori d’orchestra sono interpreti che eseguono movimenti sul palco per agevolare la comprensione musicale dei suoni percepiti dagli ascoltatori. Compositori, direttori artistici e organizzatori di concerti prestano sempre maggior attenzione ai gesti “convenzionali” del direttore d’orchestra, valutandone il potenziale sia in termini di stimoli artistici, sia come mezzo utile a migliorare la comprensione di un brano da parte del pubblico. In particolare, il compositore Simon Steen-Andersen ha utilizzato «l’immagine del direttore d’orchestra per giocare sulle aspettative del pubblico» nelle sue composizioni AMID (2004) e Black Box Music (2012). La relazione si concentra sull’analisi di AMID, con l’obiettivo di definire una prassi interpretativa del direttore d’orchestra funzionale all’esecuzione di questo pezzo, che possa poi essere eventualmente estesa anche all’esecuzione di altri pezzi simili.

AMID è una composizione per sette musicisti, i cui movimenti sono rigorosamente annotati in partitura. Per graduare il potenziale sonoro dei musicisti Steen-Andersen ha creato un’apposita scala, che spazia dal livello massimo (100%) al livello minimo (0%). Il pezzo inizia all’unisono, e si articola in base a una dialettica di incremento e decremento; man mano che la musica procede, si determina una sorta di gioco di danza tra passaggi polifonici e blocchi sonori in movimento. Steen-Andersen descrive AMID come un pezzo incentrato sul movimento, in cui ha usato una notazione basata sul gesto invece della consueta notazione incentrata sul risultato sonoro. Questo dato è particolarmente rilevante per il direttore d’orchestra poiché, come afferma il compositore, «Se hai un pezzo in movimento potresti anche non accorgertene subito, ma qui ogni movimento diventa parte del pezzo».

La ricerca è stata condotta a partire dall’analisi della partitura e da un’intervista al compositore. Successivamente, uno studente di direzione d’orchestra, un musicista professionista e io stesso abbiamo studiato il pezzo in vista dell’esecuzione e lo abbiamo provato con gli studenti del Reale Conservatorio di Anversa. Durante le prove ho osservato attentamente gli altri due direttori e ci siamo assistiti a vicenda, per poter sviluppare una prassi esecutiva condivisa. In questa relazione presento le conclusioni di questa esperienza: una descrizione completa del processo, un’analisi dettagliata della prassi esecutiva, una discussione delle sue motivazioni artistiche e socio-economiche, e i metodi per poterla applicare alla direzione di altre opere simili.