"Qui bon Roi!": Staging Sovereignty at the Kingdom of Hayti 

Henry Stoll

Following the 1806 assassination of Jean-Jacques Dessalines, Haiti was a nation divided: to the south, Alexandre Pétion, a Paris-educated homme de couleur, led a republic; and, to the north, Henry Christophe, born into slavery, ruled as a monarch. As King of the Royaume d’Hayti, Christophe established an elaborate court, constructing the Citadelle Laferrière and Sans Souci Palace, forming ties with the British, and commissioning operas for the glorification of the kingdom. This paper discusses the music of early Haiti through an opera written and performed for the Haitian monarchy: L’Éntrée du Roi, en sa capitale (“The Entrance of the King in His Capital,” 1818). Interspersed with parodies on melodies from the French Revolution, the opera is most remarkable for its opening scene—a dialogue between two Creole-speaking lovers, Marguerite and Valentin. This transliteration of Haitian Creole dates among the earliest writings in the language and is doubly notable for its verisimilitude and latter-day legibility. 

Through excerpts from this opera, I discuss the role of musical theatre in early Haiti, exploring the politics of decolonization and black sovereignty in Christophe’s court of emancipation and excess. I ask, how was opera recruited in the service of the Christophean crown? And how do they subscribe to and subvert the operatic and imperial trends of the foregoing century? In so doing, I work to produce a sensitive historicization of Christophe’s court and to direct attention to the obscured music histories of the Caribbean, and to the Americas more generally.

Dopo l’assassinio di Jean-Jacques Dessalines nel 1806, Haiti era una nazione divisa: a sud Alexandre Pétion, un homme de couleur che aveva studiato a Parigi, guidava una repubblica, mentre a nord Henry Christophe, nato in schiavitù, governava come un monarca. Come re del Royaume d’Hayti, Christophe creò una corte raffinata, costruendo la Cittadella Laferrière e il Palazzo Sans Souci, stringendo legami con gli inglesi e commissionando opere per la celebrazione del regno. Questa relazione si concentra su un’opera scritta ed eseguita per la monarchia haitiana, L’Éntrée du Roi, en sa capitale (“L’ingresso del re nella sua capitale”, 1818). Intervallata da parodie su melodie della Rivoluzione Francese, l’opera si distingue soprattutto per la sua scena iniziale – un dialogo tra due amanti di lingua creola, Marguerite e Valentin. Questa traslitterazione del creolo haitiano rappresenta uno dei primi testi scritti in questa lingua, ed è particolarmente rilevante sia per la sua verosimiglianza che per la sua comprensibilità.

Analizzando alcuni passi di quest’opera, si discute il ruolo del teatro musicale in questa fase della storia di Haiti, analizzando la politica della decolonizzazione e della sovranità nera nella corte di Christophe. Ci si interroga su come sia stata utilizzata l’opera al servizio della corona, e su come siano state perpetuate o sovvertite le tendenze operistiche e imperiali del secolo precedente. L’obiettivo della relazione è duplice: costruire una narrazione storiografica dell’esperienza della corte di Christophe, e focalizzare l’attenzione sulle vicende musicali poco note dei Caraibi, e più in generale delle Americhe.